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Il ‘casatiello napoletano’

Oggi daremo il giusto tributo ad un prodotto della cucina napoletana che tecnicamente non può essere classificato come ‘dolce’, in quanto di elementi dolci non ne presenta nella sua composizione, ma che in effetti potrebbe esserlo perché c’è chi lo consuma a fine pasto, magari accompagnato da un buon bicchiere di vino casareccio dolce, così come c’è chi preferisce usarlo a mò di pane, accompagnando secondi piatti e contorni.

Sia come sia, il casatiello fa parte della storia di Napoli, ed è giusto concedergli un bell’applauso. Lo si suole preparare nel periodo pasquale, e costituisce parte integrante di tutto ciò che si suole fare durante queste festività, anzi potremmo dire che è lui il vero protagonista; non c’è famiglia napoletana che non imbandisca la sua tavola pasquale senza presentare un casatiello a centro tavola…bello, alto, fragrante, e con le sue caratteristiche ‘X’ che intrappolano le 4 o 5 uova che decorano la parte superiore. Impossibile non assaggiarne almeno una fetta nella vita.

Ricetta della Pastiera Napoletana

La leggenda narra che fu la sirena Partenope a creare questa delizia, ma la cosa non trova assolutamente d’accordo gli anziani napoletani, discendenti a loro volta da generazioni di veri napoletani, appartenenti alle più antiche famiglie di pescatori della grande città partenopea; tra questi ultimi infatti si ha la assoluta certezza che il termine ‘pastiera’ derivi da ‘pasta d’ajere’ (pasta di ieri), ovvero il cibo che i pescatori portavano con sé da casa prima di partire per una battuta di pesca e che gli consentiva di alimentarsi anche per due o tre giorni in mezzo al mare aperto.

Sia come sia, la pastiera napoletana è da considerare assolutamente tra le top 10 leccornìe a livello nazionale, e patrimonio dell’Unesco per quanto invece riguarda il mio parere personale! Il suo soffice impasto di ‘pasta frolla’, magistralmente farcito con ricotta, candìti, zucchero, uova, e grano bollìto nel latte, la pasta che si mantiene croccante all’esterno e che invece sprigiona tutta la sua morbidezza all’interno, il profumo e l’aroma che vaniglia e scorze d’arancia conferiscono al tutto…mamma mia…io ne mangerei a containers!

‘Tesò, si più bell tu ca ‘na fella ‘e pastiera’, uno dei complimenti più belli e sinceri che io abbia mai fatto ad una avvenente fanciulla, cercando in questo modo di rompere il ghiaccio simpaticamente e con disinvoltura; molte volte la cosa non è andata tanto bene, ma devo dire che spesso ho riscosso sorrisi con questa espressione, ed anche un paio di numeri di telefono.